E’ notizia di questi giorni che il Governo Inglese stia iniziando ad impostare le basi per autorizzare i conducenti di veicoli dotati di sistemi idonei ad abbandonare il volante in determinate circostanze, si tratta dei primi passi legislativi per arrivare a legittimare completamente le auto a guida autonoma.

Ad oggi infatti, per quanto grossolanamente andiamo a parlare di guida autonoma, tutti i dispositivi attualmente in commercio possono essere utilizzati solamente come ausili alla guida, è sempre richiesto che il conducente sia attendo e che guidi la vettura tenendo le mani sul volante.

Le limitazioni che si stanno valutando per questa apertura sono davvero parecchie, ad esempio una velocità massima limitata a 60 km/h e solo in determinati contesti, ma non si può negare che sia una breccia che va a scardinare il sistema fino ad ora vigente.

Tutto molto bello? Sì, no? Le statistiche ci dicono che l’85% degli incidenti sono causati da errore umano, quindi ritengo che la guida autonoma porterà maggiore sicurezza sulle nostre strade, non mi sembra però di vedere le Case così interessate a questo fenomeno come un tempo.

E’ vero che il settore è interessato da una crisi profonda, ma i segnali che sento arrivare sono più di un interesse all’elettrificazione piuttosto che alla automazione.

Mi viene da dire che sia un gran peccato. Chi vi scrive lo sapete bene è un fanatico della guida, ma personalmente vedrei molto bene elettrico ed autonomo insieme che a mio avviso sono l’antitesi del piacere di guidare, ma potrebbero proprio salvare il mondo del pilotare.

Provo a farmi capire, anche a chi piace guidare come me, un viaggio Bologna Milano ha davvero poche emozioni da offrire, se poi penso di doverlo affrontare con una vettura elettrica a velocità relativamente bassa per preservare le batterie viene una certa ansia e depressione, ma proviamo ad immaginare uno scenario diverso, pensiamo ad una vettura che prenda il controllo della situazione a Bologna, ci permetta di lavorare tutto il tragitto per poi farci tornare attivi una volta in prossimità della destinazione. Ecco allora che le due ore di viaggio a 90 km/h sarebbero destinate al lavoro o ad altra attività.

A mio avviso sarebbe un tema fondamentale, la percezione della fretta di arrivare è data sì dall’obiettivo della meta, ma anche da tutte quelle cose che dovremo fare dopo, se parte di queste cose le possiamo gestire in viaggio, in tutta sicurezza ecco allora che l’ansia di dover correre viene a mancare.

Lasciatemi precisare una cosa, so che alcuni di voi mi dicono che esiste già uno strumento che viaggia da Bologna a Milano in tutta comodità e ci permette di lavorare, si chiama Treno, ovvio che il mio esempio era in termini generici, immaginate di partire dalla provincia più remota del Bolognese ed arrivare allo stesso modo nell’Hinterland Milanese meno servito. Ecco che la macchina torna utile

E voi cosa ne pensare?


Marcello Rossetti

Marcello Rossetti

Appassionato di auto da sempre, amante della guida e del pilotaggio. Fammi fare 70 curve in mezzo al verde e sono felice