Non vi è un vero motivo per andare al Minardi Day, ognuno di noi appassionati ne ha almeno 3 e se anche parti pensando di averne meno vieni smentito.

All’ingresso dell’Autodromo si veniva accolti dalla sezione asta in cui vi erano dei pezzi davvero interessanti, ho focalizzato la mia attenzione su questa Mangusta Qvale che ha attirato molti sguardi incuriositi, sopratutto per capire di cosa si trattasse.

Avendola vista nascere mi ha strappato un sorriso, ecco ciò che ricordo, non pretendo che quello che sto per dirvi sia storia vera, ma è sinceramente quanto ricordo. Dal fallimento di De Tomaso si cercò di salvare il salvabile, così questa famiglia americana Qvale arrivò per portare avanti a proprio nome il progetto della Mangusta con poche modifiche. All’epoca se ne parlò in pompa magna, sembrava che la cosa potesse funzionare ed avere anche un discreto successo, di fatto, se oggi ci chiediamo di cosa si tratti guardando la macchina, sappiamo che non è andata proprio così.

Quando vi dico che ho visto nascere il progetto non è solo perché ho vissuto quell’epoca, ma proprio perché ricordo i telai della Mangusta fuori dalla Carrozzeria Autosport, già Bacchelli e Villa di Bastiglia (MO). Il fuori non è un modo di dire, è che Villa Roberto, carrozzaio batti lamiera dal tocco d’artista, artefice di auto meravigliose ed adorato dai suoi clienti proprio per il suo tocco, era anche un personaggio che oggi definiremmo non proprio politicamente corretto e con fare deciso impedì che questi telai venissero stoccati all’interno del suo capannone. Il motivo era molto semplice, li trovava esageratamente pesanti e privi di ogni grazia. Ora lui poteva essere un “personaggio” e le sue idee non erano sempre le migliori, ma quando si parlava di auto, di stile e di eleganza lui riusciva a vedere ben oltre. Ecco allora che quelle parole pronunciate in un momento in cui tutti credevano e speravano nel progetto si rilevarono tristemente profetiche.

Ovviamente, come sempre accade i motivi di questo insuccesso furono diversi, ma alla base di sicuro non avevamo una super car da rimpiangere. Era probabilmente un progetto nato vecchio sin da allora.

Sono comunque stato particolarmente felice di aver fatto questo salto nella memoria, vi lascio ad alcune immagini. Cosa ne pensate? L’avreste voluta vedere di più per strada?

Categorie: Manifestazioni live

Marcello Rossetti

Marcello Rossetti

Appassionato di auto da sempre, amante della guida e del pilotaggio. Fammi fare 70 curve in mezzo al verde e sono felice