È da poco conclusa questa esperienza che in 10 giorni mi ha portato a numerosi test drive con clienti e amici, per un totale di oltre 2.000 km con la Polestar 2 Single Motor Long Range.

La prima considerazione è che 2.000 km in dieci giorni non costituiscono una vera e propria maratona. Tuttavia, se rapportata su base annua, tale cifra equivale a circa 70.000 km. Di solito, consideriamo i 30.000 km come soglia oltre la quale si potrebbe essere praticamente obbligati a passare al diesel, mentre io ho percorso questa distanza con un veicolo completamente elettrico senza alcuna rinuncia.

I veri problemi che ho incontrato sono stati legati principalmente alle infrastrutture. Più che problemi veri e propri, parliamo di disagi, legati sicuramente alla mia esperienza non del tutto completa, ma anche a possibili aree di miglioramento.

Non essendo sponsorizzato da nessuno, posso parlare liberamente della mia esperienza. Mi sono trovato molto bene con le colonnine di ricarica Be Charge. Una caratteristica importante è il codice univoco presente su ogni cavo, il che rende quasi impossibile sbagliare quando si attiva la ricarica tramite l’app. Personalmente, nonostante avessi visualizzato la presa 2 sullo schermo del mio telefono, ho accidentalmente attivato la presa 1. Tuttavia, ho ricevuto assistenza immediata chiamando il call center, che mi ha gentilmente aiutato a risolvere il problema.

Durante un viaggio in autostrada, ho riscontrato maggiori difficoltà in un’area di servizio dove erano presenti tre colonnine di ricarica, con prese numerate da 1 a 2 per ciascuna. Anche se avevo attivato la geolocalizzazione sul telefono, non riuscivo a capire quale presa stessi effettivamente attivando, poiché erano adiacenti. Alla fine, anziché scegliere una specifica presa, ho deciso di collegarmi dove c’era un attacco libero. Questo episodio mi ha fatto riflettere sull’utilità di avere una card fisica per le future ricariche.

Un’ultima considerazione riguarda la velocità delle colonnine. È importante tenere presente che la velocità massima di erogazione indicata si riferisce alla colonnina stessa, non alla velocità di ricarica effettiva per il veicolo. Pertanto, se ci sono più veicoli che devono ricaricare contemporaneamente, i tempi di attesa possono essere più lunghi del previsto.

Passando alla vettura stessa, la Polestar 2 è un’auto estremamente matura. Durante il viaggio, non ho provato alcuna ansia, grazie al navigatore con servizi Google Automotive, che mostra la carica al momento dell’arrivo e al ritorno previsto. I 300 cavalli non sono pochi, ma la Polestar 2 non è certo un’auto “mostro” come molte altre elettriche. Il vantaggio è che ho potuto apprezzarne appieno le prestazioni senza preoccupazioni di autonomia.

Il comfort è eccezionale, con sedili e volante riscaldati (anche per i passeggeri posteriori), regolazione elettrica con memoria, accesso keyless, ricarica wireless e ampi vani portaoggetti funzionali.

Anche i materiali riciclati sono stati una piacevole sorpresa, sia dal punto di vista tattile che estetico. Ogni vettura viene consegnata con un libro che illustra l’impegno di Polestar nel rispettare l’ambiente e ridurre le emissioni di CO2.

In conclusione, la Polestar 2 è un’auto adatta a tutti. Con la comodità di una colonnina di ricarica a casa e una rete di assistenza Volvo ben consolidata, rappresenta una scelta matura per chi desidera passare all’elettrico senza rimpianti.

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Marcello Rossetti

Marcello Rossetti

Appassionato di auto da sempre, amante della guida e del pilotaggio. Fammi fare 70 curve in mezzo al verde e sono felice